Conto deposito vincolato
Il conto deposito vincolato è una particolare forma di conto bancario che sta diventando sempre più diffusa. Può essere annoverato sia tra gli strumenti di risparmio, sia tra gli strumenti di investimento. Queste caratteristiche lo differenziano nettamente dal conto corrente, un’altra forma di conto bancario che però ha funzioni diverse.
Il conto deposito vincolato è un prodotto finanziario remunerativo; esso infatti è caratterizzato dal fatto che al titolare sono riconosciuti interessi attivi il cui ammontare dipende dalla cifra depositata, dal tasso di interesse indicato sul contratto e dalla lunghezza del periodo di deposito.
Un’altra caratteristica di questo particolare prodotto è la sua limitata operatività; diversamente dal conto corrente, infatti, le sole operazioni previste dal conto deposito sono i versamenti e i prelievi. Non è cioè un prodotto per la gestione del denaro sul quale si possono addebitare le utenze domestiche, accreditare lo stipendio o la pensione, pagare bollettini, addebitare modelli F24 ecc.
Il vincolo temporale
Il conto deposito vincolato è cosi denominato perché le somme depositate sono soggette a un vincolo temporale indicato sul contratto stipulato al momento dell’apertura. Ogni banca propone specifici prodotti che possono avere vincoli di diversa durata. Quelle più comuni sono le seguenti: 3, 6, 12, 24 e 36 mesi.
Si parla di vincolo perché il depositante non ha la facoltà di ritirare il denaro depositato fino a quando non si arriva alla scadenza.
A questo proposito si deve puntualizzare che non stiamo parlando di un vincolo assoluto; in altri termini: in caso di necessità il cliente ha sempre la possibilità di svincolare quanto depositato, ma in questi casi è generalmente previsto il non riconoscimento degli interessi maturati fino a quel momento (o comunque una forte riduzione del tasso attivo); il contratto potrebbe anche prevedere il pagamento di una penale (un’evenienza non molto frequente ancorché da non escludersi e che comunque può essere applicata soltanto se prevista dal contratto).
Per inciso, vale la pena di ricordare che esistono anche conti di deposito non vincolati (noti anche come conti di deposito liberi); in questo caso previste limitazioni sulle movimentazioni delle somme depositate, ma come facilmente si può immaginare, i tassi di interesse previsti per i conti liberi sono di norma più bassi di quelli previsti per i conti vincolati.
Conto deposito vincolato: il tasso d’interesse attivo e l’imposta di bollo
L’attrattiva dei conti deposito è ovviamente legata al tasso di interesse attivo riconosciuto. Nei conti correnti il tasso attivo riconosciuto è bassissimo e talvolta persino non previsto, mentre nei conti deposito la remunerazione può risultare interessante (perlomeno si può in parte contrastare il fenomeno dell’inflazione).
Nei prospetti che pubblicizzano i conti deposito si indica solitamente il tasso attivo lordo. Ne consegue che per sapere qual è l’effettiva remunerazione del conto deposito è necessario considerare la ritenuta fiscale che sarà applicata.
Attualmente, la legge italiana prevede una ritenuta fiscale sugli interessi pari al 26%.
Ne consegue che un tasso lordo del 4% corrisponde a un tasso netto del 2,96%. Qualora il tasso lordo fosse del 5%, il tasso netto sarebbe del 3,7%.
Si deve poi considerare l’imposta di bollo che nel caso dei conti deposito viene calcolata in misura proporzionale pari allo 0,2% (ovvero il 2 per mille), della giacenza presente sul conto deposito. Non sono previste esenzioni; l’imposta di bollo è infatti sempre dovuta, ma si deve precisare che è previsto un tetto massimo di applicazione di 14.000 euro nel caso di soggetti diversi dalle persone fisiche, mentre non sono previsti limiti di applicazione nel caso di persone fisiche.
Che garanzie sono previste sul conto deposito?
Un aspetto interessante dei conti deposito (ma presente anche nei conti correnti) è che la legge prevede una garanzia fino a 100.000 per depositante. La garanzia in questione è prestata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), un consorzio di diritto privato costituito nel 1987.
La garanzia diventa operativa nel caso si verifichi la liquidazione coatta amministrativa di una banca aderente. Prima di aprire un conto deposito è quindi decisamente consigliabile verificare che la banca prescelta aderisca a tale fondo.
È anche importante sapere che se si hanno più conti deposito presso una stessa banca, essi saranno cumulati e il limite di garanzia previsto per legge sarà applicato sull’importo totale.
Un esempio pratico: se presso la banca X si hanno due conti deposito, il primo con un saldo di 80.000 euro e il secondo con un saldo di 70.000 euro, in caso di liquidazione coatta non si otterrà la restituzione 150.000 euro, bensì di 100.000 euro in totale.
Quali sono le principali spese di un conto deposito vincolato?
Solitamente i conti deposito sono prodotti zero spese; non sono cioè previste spese di apertura, spese di gestione e spese di chiusura. Come accennato, però, sono di norma previste penali o penalizzazioni qualora il depositante svincoli la somma di denaro prima della scadenza prevista dal contratto.