Tassazione degli Interessi Bancari: Come Funziona e Quali Sono le Imposte Applicate

Quando si tratta l’argomento tassazione interessi bancari, si fa riferimento alla tassazione che viene applicata sugli interessi attivi che maturano sui conti deposito e sui conti correnti.

Vale la pena precisare che in Italia gli interessi bancari maturano soprattutto sui conti deposito, strumenti finanziari pensati in ottica risparmio e investimento, mentre per quanto riguarda i conti correnti, non sempre è prevista la remunerazione con interessi attivi e, quando invece è prevista, i tassi d’interesse offerti sono di fatto irrisori.

Il meccanismo di funzionamento degli interessi attivi è piuttosto semplice: la banca utilizza i fondi depositati dai clienti per effettuare prestiti o investimenti, riconoscendo una quota di guadagno, sotto forma di interessi, a chi ha depositato il denaro. Tuttavia, questa remunerazione è soggetta a tassazione, un aspetto cruciale da considerare quando si valuta la convenienza di un conto deposito o di un conto corrente con interessi attivi.

Interessi bancari: cosa sono?

La generica espressione interessi bancari può riferirsi sia agli interessi passivi (altrimenti detti interessi debitori) sia agli interessi attivi (altrimenti noti come interessi creditori).

Gli interessi passivi bancari rappresentano il costo che un cliente deve sostenere quando utilizza un servizio di finanziamento offerto da una banca (per esempio lo scoperto di conto corrente, un prestito personale, un mutuo casa ecc.). Più semplicemente, essi rappresentano il “prezzo” che si paga alla banca per aver preso in prestito del denaro, a prescindere dallo strumento finanziario utilizzato.

Gli interessi attivi bancari, invece, sono quelli descritti in precedenza, ovvero la remunerazione che il cliente si vede riconosciuta per avere depositato il proprio denaro presso la banca.

Sia gli interessi passivi che gli interessi attivi sono soggetti a oscillazioni, in alto e in basso, che dipendono in buona parte dalle decisioni delle banche centrali, in particolare della BCE (Banca Centrale Europea), e dalle condizioni dei mercati finanziari che, come noto, sono soggette a variazioni più o meno rilevanti.

La formula matematica per il calcolo degli interessi è la seguente: Interessi = (Capitale depositato * tasso di interesse annuo * tempo in giorni) / 36500.

Tassazione interessi bancari: la ritenuta fiscale del 26%

Come già accennato, gli interessi attivi che maturano sui conti bancari, siano essi conti deposito o conti correnti, sono soggetti a tassazione, per la precisione a una ritenuta fiscale del 26%, consistente in un prelievo che viene operato direttamente dall’istituto bancario.

In sostanza, la banca effettua trattiene l’importo dovuto allo Stato e lo versa all’Agenzia delle Entrate (AdE). Gli interessi attivi che vengono accreditati sul conto sono quindi “al lordo della ritenuta fiscale” (interessi lordi).

Per esempio, se sul conto deposito sono maturati 1.000 euro di interessi, la banca tratterrà 260 euro (1.000×26%) e lo verserà all’AdE. Gli interessi netti spettanti al cliente ammontano quindi a 740 euro.

Vale la pena ricordare che per calcolare l’esatto rendimento di un conto deposito non è sufficiente tenere conto della ritenuta fiscale applicata (che comunque rappresenta la voce di costo più importante), ma anche dell’imposta di bollo e di eventuali altre spese (anche se i conti deposito, diversamente dai conti correnti, sono spesso prodotti “zero spese”).

L’aliquota attualmente in vigore per la tassazione degli interessi bancari creditori, ovvero il 26%, è una percentuale che è stata introdotta con il Decreto Legge n. 66 del 2014, che ha innalzato la precedente aliquota del 20%. Tale ritenuta viene applicata in modo automatico dalla banca al momento dell’accredito degli interessi, evitando così che il contribuente debba occuparsi della dichiarazione fiscale relativa a questa fonte di reddito. In sostanza la banca agisce come “sostituto d’imposta”.

Tassazione interessi bancari in altri Paesi

Per quanto la tassazione interessi bancari in Italia non possa essere considerata irrilevante (il 26% è più di un quarto dell’ammontare maturato), anche in altri Paesi non è certo molto bassa.

Per esempio, in Germania l’aliquota applicata sugli interessi attivi è pari al 25% e inoltre si deve tenere conto di un contributo di solidarietà del 5,5%.

Per quanto riguarda la Spagna, la tassazione varia a seconda degli importi percepiti con aliquote progressive che vanno dal 19 al 26% (ma nelle Isole Canarie si arriva al 28%).

In Francia, invece, la tassazione interessi bancari è del 30%, quota che comprende imposte e contributi sociali.

Tassazione sugli interessi bancari attivi: un aspetto da valutare con attenzione

La tassazione sugli interessi bancari creditori rappresenta un aspetto cruciale per chi desidera ottenere un rendimento dai propri risparmi. L’aliquota del 26% ha infatti un impatto significativo sui guadagni che derivano dai conti deposito e dai conti correnti. Oltre alla ritenuta fiscale, va considerata anche l’imposta di bollo, che può incidere ulteriormente sul rendimento complessivo.

Per ottimizzare i propri risparmi, è quindi fondamentale valutare attentamente le diverse opzioni disponibili, considerando non solo il tasso d’interesse offerto, ma anche il regime fiscale applicato. Infine, una corretta pianificazione finanziaria può consentire di minimizzare l’impatto delle imposte e massimizzare i rendimenti, sfruttando al meglio le opportunità presenti sul mercato.