Conto Corrente Aziendale: Tutto Quello che Devi Sapere per la Tua Impresa
Il conto corrente aziendale (talvolta identificato con la denominazione di conto corrente business) è una particolare forma di conto corrente dedicata alle aziende, da quelle di minori dimensioni fino ad arrivare a realtà che operano in ambito internazionale.
In sé e per sé, da un punto di vista puramente tecnico non vi sono diversità eclatanti con un tradizionale conto corrente per i soggetti privati. Considerati però i destinatari di questo prodotto, vi sono differenze nella tipologia di operazioni ricorrenti, nel numero di movimentazioni, negli obiettivi e anche nelle condizioni contrattuali.
Conto corrente aziendale: è obbligatorio aprirlo?
A prescindere dal fatto che è difficile pensare che un’azienda anche piccola possa fare a meno di avere un conto corrente, si deve sottolineare il fatto che per alcune realtà aziendali l’apertura di un conto corrente aziendale è obbligatoria per legge.
In base alle normative attuali devono aprire un conto corrente aziendale:
- le società di capitali quali SpA (Società per Azioni), SRL (Società a Responsabilità Limitata) e SApA (Società in Accomandita per Azioni), a prescindere dal loro fatturato;
- le società di persone quali SNC (Società in Nome Collettivo), SAS (Società in Accomandita Semplice) e SS (Società Semplice), qualora il fatturato attivo sia superiore ai 400.000 euro;
- le associazioni professionali, le società di professionisti e le ditte individuali, qualora il fatturato attivo sia superiore ai 400.000 euro.
Per quanto consigliabile, il conto corrente aziendale non è un obbligo di legge in casi diversi da quelli indicati in precedenza.
Conto corrente aziendale: l’IBAN
Come qualsiasi altro conto corrente anche quello aziendale è identificato da un IBAN (International Bank Account Number). Si tratta di un codice alfanumerico che viene utilizzato per le transazioni tra conti correnti diversi. Nel nostro Paese è costituito da 27 caratteri.
Le prime due lettere dell’IBAN indicano lo Stato (IT indica l’Italia, ES la Spagna, DE la Germania e discorrendo) e sono seguite da due cifre di controllo dopodiché segue il BBAN nazionale ovvero le coordinate bancarie che consentono di identificare uno specifico conto corrente aperto presso un determinato istituto bancario.
Quali sono le operazioni tipiche dei conti correnti aziendali
I conti correnti aziendali sono un prodotto bancario che, al di là di quelli che sono gli obblighi imposti dalla legge, ha un’utilità notevolissima per la gestione dell’azienda.
Con un conto corrente infatti è possibile effettuare moltissime tipologie di transazioni passive:
- bonifici per il pagamento dei fornitori
- addebito di ricevute bancarie o di cambiali
- addebito dei modelli F24 per il pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali
- domiciliazione delle fatture relative alle utenze (energia elettrica, gas naturale, acqua)
- domiciliazione delle fatture relative alle utenze telefoniche e Internet
- pagamento di bollettini postali, MAV, RAV ecc.
- pagamento degli stipendi tramite bonifico, tramite assegni bancari o con assegni circolari
- pagamenti vari con assegni bancari o circolari
Allo stesso tempo, il conto corrente aziendale è utilizzato per varie transazioni attive, in particolare:
- accredito dei bonifici effettuati dai clienti
- versamento degli assegni ricevuti
- riscossione di affitti attivi
Al conto corrente possono essere associati conti collaterali come quello per l’accredito delle Ri.Ba. e quello degli anticipi SBF (Salvo Buon Fine).
Al conto corrente sono altresì associabili servizi come le carte di debito e le carte di credito aziendali o servizi di incasso MAV, SDD, Ri.Ba. ecc.
Il fido bancario (scoperto di conto)
Di norma, il conto corrente aziendale prevede la possibilità del cosiddetto scoperto di conto (altresì noto come fido bancario). Si tratta di una linea di credito che l’azienda può utilizzare fino all’importo previsto dal contratto; tale importo viene concordato tra le parti. In sostanza l’azienda, entro il limite stabilito, può utilizzare il conto corrente anche se non è presente liquidità sufficiente. In termini più popolari si dice “andare in rosso”. Per esempio, se il saldo del conto corrente è +20.000 e il contratto prevede un fido bancario di 50.000 euro, l’azienda può tranquillamente effettuare un pagamento 40.000 euro perché il saldo sarà di -20.000 euro, abbondantemente entro i limiti dello scoperto di conto.
Sullo scoperto di conto è applicato un tasso d’interesse passivo che può essere più o meno elevato a seconda delle politiche del singolo istituto e anche, molto spesso, anche dalla forza contrattuale dell’azienda. Di norma, le aziende di maggiori dimensioni ottengono condizioni economiche più favorevoli rispetto a quelle ottenibili da piccole realtà imprenditoriali.
Le proposte per le varie realtà aziendali
Esistono profonde differenze tra una microimpresa e una multinazionale; tra questi due estremi si trovano moltissime realtà diverse che hanno tra loro differenze sostanziali e quindi anche differenti esigenze.
Solitamente le banche mettono a disposizione delle varie realtà, conti correnti con caratteristiche differenti a seconda del fatturato.
Possono quindi esistere prodotti suddivisi per fascia di fatturato attivo, perché è ovvio che le esigenze di chi fattura 400.000 euro non sono certo quelle di chi ha fatturati che superano i 10, i 100 o i 400 milioni di euro.
È quindi importante analizzare con attenzione le varie proposte e scegliere il prodotto che più si ritiene indicato per il proprio business.