Cos’è la cessione del quinto?

La cessione del quinto è una particolare forma di prestito personale non finalizzato a titolo oneroso prevista dal nostro ordinamento giuridico; la normativa principale che fa riferimento a questa tipologia di finanziamento è la legge 180 del gennaio 1950.

Diversamente da altri tipi di prestito personale, la maggior parte dei quali sono richiedibili da varie categorie di soggetti, l’accessibilità a questo strumento finanziario è riservata soltanto ai dipendenti (sia pubblici che privati) e ai pensionati. Nel primo caso si parla di “cessione del quinto dello stipendio”, mentre nel secondo si parla di “cessione del quinto della pensione”.

Dal momento che si tratta di un finanziamento particolarmente diffuso, cerchiamo di capire cos’è la cessione del quinto analizzandone le caratteristiche principali.

Cosa significa “cessione del quinto”?

Molti sono incuriositi dalla denominazione di questa particolare tipologia di prestito. La spiegazione è piuttosto semplice: il termine quinto fa riferimento al fatto che il debitore – un dipendente o un pensionato – rimborserà il debito contratto tramite una trattenuta mensile che in nessun caso può superare il quinto dello stipendio o della pensione netti. Il quinto, com’è noto, corrisponde al 20%.

Il quinto di uno stipendio o di una pensione è ritenuto come quota ragionevole dalla legge. In altri termini, un debitore attento e responsabile non dovrebbe incontrare particolari difficoltà a restituire puntualmente una rata di questo tipo. Ponendo questo limite, il legislatore ha inteso soprattutto fornire una garanzia al richiedente; l’obiettivo è infatti quello di evitare una rata mensile che risulti eccessiva per la capacità di rimborso di una persona.

Modalità di rimborso

La cessione del quinto è una forma di prestito con peculiarità particolari. La modalità di rimborso infatti è diversa da quella delle altre tipologie di finanziamento. La rata mensile, per esempio, non viene rimborsata dal debitore pagando un bollettino postale oppure con addebiti mensili sul proprio corrente, ma viene invece trattenuta a monte sulla busta paga (nel caso della cessione del quinto dello stipendio) oppure sul cedolino della pensione (cessione del quinto della pensione). Nel primo caso è l’azienda che trattiene l’importo versandolo poi al creditore, mentre nel secondo caso è l’ente previdenziale che provvede trattenere e poi versare quanto dovuto.

Se supponiamo il caso di uno stipendio mensile netto di 2.000 euro, l’importo della rata mensile può arrivare al massimo a 400 euro (il 20% di 2.000 euro); il dipendente quindi incasserà per tutta la durata del finanziamento uno stipendio di 1.600 euro (2.000-400).

La cessione del quinto è una cessione pro solvendo; ciò significa che il debitore sarà chiamato a rispondere di un’eventuale inadempienza da parte dell’ente previdenziale o dell’azienda.

Cessione del quinto: un prestito a titolo oneroso

Come specificato inizialmente, la cessione del quinto è un prestito a titolo oneroso; il debitore infatti non dovrà restituire soltanto quanto ricevuto, ma anche una certa quota di interessi.

Tale quota varia in base all’importo richiesto, alla durata del finanziamento e al tasso di interesse applicato. A questo proposito, si deve ricordare che la cessione del quinto dello stipendio è un prestito a tasso fisso e quindi la rata mensile sarà sempre la stessa, a prescindere dalle oscillazioni dei tassi sul mercato finanziario.

Cessione del quinto un prestito non finalizzato

La cessione del quinto rientra nella categoria dei cosiddetti prestiti personali non finalizzati. Questo significa che il debitore potrà impiegare il denaro ricevuto per gli scopi che ritiene più opportuni e non ha alcun obbligo di informare il creditore (una banca o una finanziaria) riguardo a come intende spendere il denaro ottenuto.

Importo massimo richiedibile e durata del prestito

L’importo massimo che può essere richiesto nel caso di cessione del quinto può variare a seconda dell’istituto di credito, ma in nella gran parte dei casi è di 75.000 euro. Ovviamente non è detto che l’istituto conceda sempre la cifra massima; ciò dipende infatti da vari fattori fra cui l’importo mensile dello stipendio o della pensione, l’età del richiedente ecc. Per quanto concerne la durata del finanziamento, normalmente è compresa tra i 2 e i 10 anni.

Le garanzie richieste

Le garanzie richieste nel caso di cessione del quinto variano a seconda che la richiesta sia fatta da un pensionato oppure da un dipendente.

Nel caso dei pensionati è obbligatoria la stipula di una polizza sul rischio vita; è un contratto assicurativo che ha l’obiettivo di garantire al creditore il saldo del debito residuo qualora si verifichi il decesso del debitore. Va anche sottolineato il fatto che tale polizza rappresenta una forma di tutela anche per gli eredi del pensionato.

Nel caso dei dipendenti è obbligatorio sottoscrivere due polizze assicurative; una sul rischio vita e una sul rischio impiego (serve a tutelarsi dalla perdita del lavoro con conseguente venir meno della retribuzione mensile).

Nel caso della cessione del quinto dello stipendio, inoltre, la legge stabilisce che debba essere costituito un vincolo a favore del creditore sul TFR, il Trattamento di Fine Rapporto.

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