Quali sono i limiti dei pagamenti in contante?
Nonostante sia stato ribadito tante volte, questo concetto è ancora molto sfuggente e sono tante le persone che restano sorprese quando gli si fa notare che sopra una certa cifra non è possibile pagare in contante. Ebbene, andiamo a vedere cosa dice la legge.
Legge di stabilità 2016
La legge di stabilità 2016 ha elevato il massimale dei pagamenti in contante a 3.000 euro, contro il massimale di 1000 attivo prima. Questo vuol dire che i pagamenti pari o superiori ai 3.000 euro devono essere eseguiti con metodi tracciabili per diminuire e contrastare la circolazione del nero. Si possono quindi utilizzare assegni circolari o bancari non trasferibili, carte di credito, bancomat e bonifici bancari.
Questo limite va rispettato nei rapporti commerciali o tra privati (ad esempio tra amici o parenti). Non ha valore sui prelievi dal proprio conto corrente. Qui non serve poiché l’operazione ha come intermediario una banca, ma attenzione perché se l’istituto di credito ravvisa qualche stranezza (tipo prelievi frequenti di cifre alte) può fare una segnalazione per i controlli sull’antiriciclaggio.
Si possono frazionare i pagamenti per restare sotto il limite massimo dei 3.000 euro?
La legge a questo proposito è ben chiara: non si può frazionare il pagamento in contanti che deve essere fatto in un’unica soluzione. Solo alcuni rari casi permettono il frazionamento in rate inferiori ai 3.000 euro: se alla vendita (o servizio) è previsto un pagamento rateizzato o periodico; se si tratta di un fattura in cui il pagamento è dilazionato tipo 30-60-90 giorni. Ovviamente una persona può uscire anche con 10.000 euro in tasca e spendere tutto il contante, ma lo deve fare in più luoghi, senza mai superare il limite massimo dei 3000 per attività.
Esistono altri limiti per il contante?
Sì, ci sono pagamenti che, anche se sono inferiori ai 3.000 euro, non possono essere fatti in contante come, ad esempio:
– i pagamenti fatti dalla Pubblica Amministrazione: sopra i 1000 euro devono utilizzare pagamenti tracciabili. Un esempio possono essere le pensioni oppure i risarcimenti;
– anche i money transfer hanno il limite dei 1.000 euro;
– gli assegni (bancari e postali) che superano i 1000 devono indicare il nome del beneficiario e riportare la clausola di non trasferibilità;
– i modelli F24 con cifre superiori ai 1000 euro (per i privati) devono essere pagati con home banking o allo sportello online del fisco;
– Associazioni che si avvalgono di alcune agevolazioni fiscali devono rendere tracciabili i pagamenti sopra i 1.000 euro;
– Libretti al portatore: qui il discorso è un po’ complesso. Ogni libretto al portatore può avere un saldo massimo di 999,99 euro. È possibile, però, avere più libretti al portatore e fare un unico trasferimento per un importo massimo di 2.999,99 euro.
Per quel che riguarda il pagamento di lavori di restauro, adeguamento energetico, acquisto di apparecchi per cui viene concessa la detrazione fiscale, il pagamento (acconto e saldo) devono essere fatti sempre tramite bonifico bancario. Le ricevute andranno allegati alla fattura finale, pena l’impossibilità di usufruire della detrazione.