Mutuo: tasso fisso o tasso variabile?

I mutui per l’utenza privata sono di norma destinati alla ristrutturazione o all’acquisto di un’abitazione (prima o seconda casa) e sono appunto denominati mutui casa.

Com’è noto, si tratta di finanziamenti a medio-lungo termine: la loro durata può infatti andare da un minimo di 5 anni a un massimo di 30 anni; sulla durata massima tuttavia, possono esserci alcune differenze tra una banca e l’altra. Alcuni istituti bancari infatti propongono anche durate superiori (35 o addirittura 40 anni).

Quel che è certo è la decisione di prendere un mutuo deve essere ben ponderata perché, che si pensi di acquistare un piccolo appartamento o di costruire una villa, le cifre in gioco sono comunque rilevanti ed è quindi fondamentale essere ben consapevoli che l’impegno che ci si intende assumere non deve essere sottovalutato perché avrà un impatto non indifferente sul bilancio personale o familiare.

Di primaria importanza è che la rata mensile di rimborso del mutuo sia agevolmente rimborsabile.

Mutuo: tasso fisso o tasso variabile? Una scelta da non sottovalutare

Una scelta da non prendere sottogamba è quella tra mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile; la differenza tra queste due tipologie di mutuo è infatti sostanziale e la scelta non deve essere affrettata.

Sfortunatamente non esiste un’opzione che può dirsi migliore in assoluto perché quando si tratta di mutui, le variabili da considerare sono diverse. In determinati periodi e circostanze potrebbe essere più opportuno optare per un tasso fisso, mentre in altri casi, la scelta migliore sarebbe il tasso variabile.

Vale quindi la pena di conoscere meglio le caratteristiche di entrambe le proposte, così da poter fare valutazioni più consapevoli.

Il mutuo a tasso fisso

Il mutuo a tasso fisso, come facilmente si può capire dalla terminologia, è un finanziamento che si caratterizza per il fatto che il tasso di interesse passivo riportato sul contratto non varierà mai per tutta la durata del finanziamento, sia questa 5, 10, 15 o 40 anni.

Quindi, se anche i tassi sul mercato dei mutui subissero notevoli impennate o, al contrario, drastici ribassi, ciò non avrà impatto alcuno sul tasso concordato tra mutuante (la banca) e il mutuatario (il debitore). Le rate del mutuo saranno pertanto tutte dello stesso importo, dalla prima fino all’ultima.

I principali vantaggi di un mutuo a tasso fisso sono due: è decisamente più semplice pianificare le uscite (l’importo della rata è noto e non cambierà mai) e si è protetti da eventuali rialzi sul mercato dei tassi dei mutui.

C’è però anche uno svantaggio: se si sottoscrive questo tipo di mutuo non si otterrà alcun beneficio nel caso in cui i tassi sui mutui si riducano. In altri termini, se si è fissato un mutuo con un tasso fisso al 4% e sul mercato si passa a tassi che si aggirano sul 2,5%, non si potrà sfruttare questo ribasso.

Questa tipologia di mutuo è sicuramente più adatta a coloro che tendono a pianificare e che hanno una bassa propensione al rischio.

Il mutuo a tasso variabile

A differenza di quanto accade in un mutuo a tasso fisso, in quello a tasso variabile le rate non resteranno immutate per l’intera durata del finanziamento. Esse infatti muteranno in base a quelle che sono le variazioni dei tassi sul mercato.

In altri termini: se i tassi dei mutui salgono, le rate del mutuo saranno più onerose; al contrario, se i tassi si abbassano, le rate saranno più basse.

Quindi, a mo’ di esempio, si è partiti con un tasso del 4% e le politiche delle banche centrali portano a tassi del 2%, il risparmio sugli interessi sarà considerevole.

Per sua natura, il mutuo a tasso variabile rende più complesso pianificare le spese poiché le rate variano a seconda dell’andamento dei mercati e, se i tassi salissero molto, si avrà un aggravio delle spese mensili da sostenere.

Mutuo tasso fisso o variabile: quale scegliere?

Conoscere le caratteristiche dei mutui è sicuramente d’aiuto per una scelta consapevole, ma sfortunatamente non è possibile fornire consigli che risultano validi in senso assoluto.

Un mutuo è per sua natura un finanziamento a lungo termine ed è di fatto impossibile che i mercati restino stabili 10, 20 o 30 anni. Non esiste nessun economista in grado di fare previsioni assolutamente certe quando parliamo di archi temporali così estesi. Si possono fare previsioni plausibili, ma la certezza è impossibile.

Il consiglio più sensato è quello di richiedere una consulenza agli addetti ai mutui della propria banca o al proprio commercialista di fiducia.

Si deve comunque considerare che il mercato dei mutui propone anche formule “miste”, un esempio è il cosiddetto mutuo a tasso fisso rinegoziabile. È una formula interessate che prevede che nel periodo iniziale del mutuo, solitamente i primi 5 o 10 anni, il tasso sia fisso; terminato questo periodo, il debitore, a seconda della situazione del mercato dei mutui, ha la facoltà di mantenere ancora il tasso concordato all’inizio oppure di passare al tasso variabile se questo è più conveniente. Dopo la prima volta, la rinegoziazione del tasso di interesse può essere fatta di solito ogni 5 anni.